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Caso Grecia/ Non c?? prezzo per la sovranit? espropriata

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    Caso Grecia/ Non c?? prezzo per la sovranit? espropriata

    di Virman Cusenza

    Dracone, chi era costui? La severit? delle sue leggi risale al VII secolo avanti Cristo ma gli emuli del primo statista greco, che impose punizioni esemplari ai suoi concittadini colti in fallo, ormai si trovano a tutte le latitudini.
    Al Tavolo dell?Eurosummit l?altra notte, per esempio, la cancelliera Angela Merkel ha tradotto dal greco antico la massima draconiana: ogni debitore, il cui stato sociale sia inferiore a quello del suo creditore, ne diventa automaticamente schiavo.

    Mentre la punizione era pi? lieve per chi avesse contratto debiti nei confronti di un cittadino di classe inferiore. Da ieri, abbiamo a che fare con "Herr Draconen", controversa reincarnazione del severo legislatore che ha praticamente imposto alla Grecia di Tsipras condizioni capestro, difficilmente gestibili senza moti di piazza o rovesci di governi. Leggi che pure si giustificherebbero se fossero imposte da un politico autoctono, regolarmente eletto e rispettoso della sovranit? del suo popolo. Ma in questo caso Dracone ? uno straniero che mette sotto tutela una Nazione.

    Una Nazione la cui strada ? scandita da errori, ma pur sempre una Nazione che dovrebbe scegliere in libert? (e responsabilit?) il proprio destino. Il primo quesito, dunque, ? questo: l'Europa ha salvato la (sua) faccia, salvando anche la Grecia? La risposta la conosciamo tutti. No, la Ue ha partorito dopo una notte estenuante un accordo che di fatto ratifica uno squilibrio ben noto. Proprio quell?assetto germanocentrico, ammantato di rigorismo, che ha generato il mostro greco cinque anni orsono. Il fatto che in Germania monti lo scontento, non solo dei falchi, al pari di quanto sta avvenendo ad Atene, non ? la prova che si tratti di una intesa giusta proprio perch? impopolare.

    Al contrario, ? facile prevedere - e lo diciamo con un certo timore - che in Europa presto si aggirer? un pericoloso fantasma antitedesco che nella nostra storia non ha mai portato nulla di buono. E che anzi appare il preludio di una disarticolazione preoccupante quanto ineluttabile alla luce delle macerie sul campo: l'Europa che doveva unire alla fine separa e allontana. Altra facile previsione: tutto sembra incardinato per far saltare il governo greco. Difficile che Tsipras possa reggere all?urto di riforme cos? impopolari, a maggior ragione dopo quel No al referendum di appena otto giorni fa.

    E questo, a prescindere dal colore e dalla bont? o meno delle sue idee, comporta una conseguenza inaccettabile per chi crede in Parlamenti espressione degli elettori e in governi scelti dal popolo. Non pu? bastare solo la bozza stilata da un dracone straniero a Bruxelles a decretare la messa in schiavit? (economicamente parlando) di un Paese. Per quanto alto sia il debito - che per l'inciso non ? stato ridotto- la perdita della democrazia non ? mai il prezzo giusto con cui ripagarlo.


    Fonte economia.ilmessaggero.it
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